Diario della didattica a distanza a.s. 2019/20

Innanzitutto è doveroso precisare che la didattica online non può essere semplicemente la trasposizione della didattica in presenza, le differenze sono tante soprattutto se pensiamo ai bimbi della scuola primaria. Nella didattica in presenza il tempo scuola e il tempo casa sono distinti nettamente, mentre nella didattica online il confine è quasi non esiste poiché il tutto si volge all’interno dello stesso ambiente. Nella didattica in presenza un ruolo importante è rivestito dai gesti, sono controllabili lo spazio e le distanze all’interno della comunicazione sia verbale che non verbale, molto utile per la costruzione degli ambienti di apprendimento; tutto questo è pressoché inesistente nella didattica a distanza. Nella didattica in presenza la comunicazione è circolare e con ruoli ben definiti, il docente trasmette un messaggio, generalmente verbale rafforzato da gesti, che arriva all’allievo e quest’ultimo restituisce un messaggio di riscontro immediato, di solito non verbale, sul quale il docente può correggere la propria comunicazione e modificare immediatamente il proprio agire didattico. Nella didattica a distanza si crea inevitabilmente uno scollamento tra il momento della comunicazione e il momento della ricezione che non permette quindi al docente di poter avviare azioni correttive. Il punto di partenza della progettazione della didattica a distanza è il cambio del modello di insegnamento/apprendimento. Non vivendo il contesto classe bisogna partire dalla costruzione del modello di alunno tipo a cui rivolgersi e della famiglia a cui ci si rivolge.

Per la scuola primaria la collaborazione della famiglia è imprescindibile. Da qui poi si costruisce la progettazione didattica.

Ecco alcune modalità condivise:

▪ i video pre-registrati sono strutturati in blocchi della durata di non più di 15 minuti fatta eccezione per quelli di lettura ( narrativa ) ;

▪ attivazione di fase di verifica, che può essere anche di autoverifica, per le correzioni di eventuali errori. Quest’ultima fase non va considerata solo come momento valutativo per l’assegnazione di un punteggio, ma va considerato come momento di aggiustamento degli errori che, se fatto a caldo, evita il consolidamento dell’errore che richiederebbe sforzi maggiori per la sua correzione in futuro. Tutto quello che viene rilevato deve essere poi documentato sul registro elettronico, nel quale vengono comunque sempre registrati anche i compiti assegnati.

Tutti i docenti hanno, con encomiabile lavoro, consolidato ed ampliato le proprie conoscenze informatiche e tecnologiche. Il corpo docenti ha fortemente collaborato per capire come funzionano le nuove tecnologie e cosa è possibile fare con i vari strumenti a disposizione per la realizzazione di azioni didattiche più incisive. Ce lo ricorda bene McLuhan quando afferma che “il mezzo è il messaggio”, vuol dire che il modo in cui riusciamo a comunicare dipende da come abbiamo strutturato il mezzo. La stessa cosa hanno spesso dovuto fare le famiglie non abituate alle piattaforme educational. Tutta la progettazione ha sempre tenuto conto della fruibilità da parte delle famiglie, spesso impegnate nel lavoro, o degli stessi nonni con i quali i bimbi passano molto del loro tempo. Nella progettazione si è tenuto conto del tipo di interazione che si vuole avere con i propri alunni della scuola primaria e delle loro famiglie. La scuola primaria predilige il modello a bassa interazione strutturato in videolezioni pre-registrate (magari sarebbe opportuno avere a disposizione il tracciamento di fruizione per monitorare il lavoro dei propri alunni); in documentazione fornita per lo studio e, infine, test di verifica dell’apprendimento.

# Noi siamo invisibili per questo Governo

Le scuole paritarie si mobilitano, “siamo invisibili per questo Governo”

Già lo scorso aprile la FISM, Federazione Italiana Scuole Materne, aveva lanciato l’allarme a causa della sospensione delle attività didattiche durante l’attuale pandemia da Covid-19.

Inevitabilmente, i Gestori privati di tale comparto della scuola lamentavano le ricadute economiche affatto trascurabili per quanti lavorano nel settore delle scuole paritarie, comunque parti integranti del sistema d’istruzione scolastica.

Nelle 439 pagine del DPCM, composto da 258 articoli, le scuole paritarie sono citate solo per il finanziamento di 80 milioni di euro che serviranno unicamente alle Scuole dell’Infanzia per coprire il mancato versamento delle rette da parte delle famiglie, per questi mesi di sospensione della didattica in presenza. Il contributo sarà ripartito tra le  8.957 Scuole dell’Infanzia sulla base del numero di bambini iscritti, e per ogni bambino la somma assegnata sarà di 152,00 euro.
E per gli altri ordini di scuola? Nessun beneficio.

Eppure anche nelle scuole paritarie sono state rispettate le regole di chiusura ed è stata adottata la didattica a distanza.

Il decreto “Rilancio” non ha tenuto conto della scuola pubblica paritaria che è la prima impresa del Paese democratico e costituisce il reale volano dello sviluppo sociale ed economico con 900.000 studenti, 180.000 tra docenti e operatori scolastici, 12.000 sedi scolastiche, distribuite su tutto il territorio nazionale.

Sembra che per il Governo “che non lascia indietro nessuno” sia da trascurare il fatto che 180 mila lavoratori: docenti e operatori delle scuole paritarie rimarranno disoccupati,  senza contare che così il diritto di libertà di scelta educativa rimane solo scritto sulla Costituzione.


# Noi siamo invisibili per questo Governo: le riflessioni di un genitore

Le scuole paritarie attualmente in Italia sono 12.564 per un totale di 866.905 studenti, a fronte delle 40.749 statali. Per la maggior parte di esse, si tratta di scuole dell’infanzia (8.957), 1.385 le primarie, 622 le medie e 1.600 le superiori. Un settore quindi che coinvolge un gran numero di famiglie e di lavoratori, visto che le scuole paritarie garantiscono 180.000 posti di lavoro. Eppure sino a oggi tale settore è stato quasi completamente ignorato dai provvedimenti straordinari del Governo per far fronte all’emergenza lavorativa ed educativa creata dal coronavirus. Allo Stato non sono stati chiesti né privilegi né elemosina, ma di riconoscere il servizio pubblico che queste realtà assicurano. intervenendo con un fondo straordinario destinato alle realtà paritarie oppure con forme di sostegno, quali la detraibilità delle rette. Senza tali interventi statali, si corre seriamente il rischio che a settembre molte scuole non abbiano più le risorse per restare aperte. Oppresse dalla crisi economica, molte famiglie hanno smesso di pagare la retta, anche se la scuola ha continuato ad erogare il suo servizio a distanza. Pur comprendendo le difficoltà delle famiglie, le scuole devono però continuare a garantire gli stipendi ai docenti. Ma se le scuole paritarie fossero costrette a chiudere, sarebbe un grandissimo problema anche per lo Stato, poiché gli studenti delle paritarie si riverserebbero sulla scuola pubblica, che già oggi non dispone di spazi adeguati e soffre la carenza di docenti. Per tutte queste ragioni, le Presidenze nazionali dell’USMI (Unione Superiore Maggiori d’Italia) e della CISM (Conferenza Italiana Superiori Maggiori) hanno proposto a tutte le scuole paritarie di aderire il 19 e il 20 maggio 2020 a due giornate di sciopero responsabile e con didattica alternativa. L’Istituto San Giuseppe di Lugo, pur non aderendo a tale mobilitazione, ha accolto favorevolmente l’invito di USMI e CISM a rendere partecipi le famiglie e la cittadinanza tutta della reale situazione di grave difficoltà che stanno vivendo in questo delicato momento le scuole paritarie e, pertanto, ha scelto di condividere sul proprio sito istituzionale l’hashtag “#Noi siamo invisibili per questo governo”; un gesto simbolico molto semplice, che intende fare un “rumore educato” e coinvolgere tanti altri cittadini, oltre ogni schieramento. Perché chi ama la scuola sa bene che questa è trasversale a tutto. Un “rumore costruttivo”, quindi, che obblighi i nostri parlamentari a non lasciare indietro nessuno. Perché o l’Italia riparte dalla scuola, da questo grembo dove si entra bambini e si esce cittadini di uno Stato democratico, oppure non ripartirà affatto. La scuola deve tornare a far rumore, perché è l’impresa più grande di un Paese democratico, l’investimento migliore sul futuro, la grammatica più efficace di ogni integrazione culturale. Il Governo è ancora in tempo, ma il tempo rimasto è davvero poco.

 

Come stanno lavorando le classi?

Le classi stanno lavorando in differenti modalità e sono coinvolte tutte le discipline.

Classi I

I bimbi hanno il compito su fascicolo. Le maestre comunicano compiti e video utilizzati per procedere col programma tramite registro elettronico. Alcuni genitori prediligono la modalita wa in quanto più agevole anche per i nonni a cui i piccoli sono spesso affidati. I compiti eseguiti vengono restituiti via wa oppure via mail. La I A, su richiesta dei genitori, utilizza per invio materiali un drive condiviso. Si utilizzano videochiamate whatsApp per salutare la maestra e fare piccole interrogazioni. La docente di informatica invia prove una tantum che vengono restituite via mail.Un punto di forza è che la modalità del fascicolo cartaceo è fruibile anche dai nonni, oltre che dai bambini stessi in autonomia.

Classi II

Viene utilizzata la piattaforma Classroom. L’insegnante di informatica invia file e ne chiede la restituzione via mail. Vengono utilizzate videochiamate per salutare la maestra e fare brevi interrogazioni sulla lettura. E’ spesso utilizzata la piattaforma skype per incontri di classe. Il punto di forza è l’immediatezza della piattaforma e la possibilità di gestire i compiti in maniera ordinata.

Classi III

Viene utilizzata la piattaforma Classroom. L’insegnante di informatica invia file e ne chiede la restituzione via mail. Vengono utilizzate videochiamate per salutare la maestra e fare brevi interrogazioni a piccoli gruppi. E’ spesso utilizzata la piattaforma skype per incontri di classe. Il lavoro è molto funzionale e ben gestibile sia dalla scuola che dalla famiglia.

Classi IV

Viene utilizzata la piattaforma Classroom. L’insegnante di informatica invia file e ne chiede la restituzione via mail. Vengono utilizzate videochiamate per salutare la maestra e fare brevi interrogazioni o percorsi di supporto. Per le interrogazioni viene usato il file audio o la piattaforma Hangouts. Il punto di forza è l’ordine dei materiali e l’immediatezza della gestione dei compiti.

Classi V

Invio via mail dei video che segnano il procedere del programma, invio compiti e ritorno materiali via mail per correzione, utilizzo moduli di google, nella classe V A si creano collegamenti settimanali via meet per salutare la maestra e risolvere dubbi o fare confronti sui compiti, entrambe le classi utilizzano messaggi vocali e videochiamate per le interrogazioni. Le maestre hanno creato un canale di narrativa a distanza con la lettura del libro Wonder. Il programma, vista la classe in uscita, procede regolarmente. L’insegnante di informatica richiede i testi via mail e li restituisce corretti.

FOTOGRAFIE DELLA SCUOLA A DISTANZA